Quanto tempo sto sprecando e quanto davvero sto imparando?

di Massimo Mondini

L’apprendimento è un tema costante nella nostra vita, tutti vogliamo imparare nuove abilità e nozioni, nuove strategie. Tutti vogliamo migliorare il nostro inglese, lo stile nel nostro sport e tanto altro.

Soprattutto nell’infanzia e nella giovinezza la qualità della nostra vita è stata condizionata dalle nostre capacità di apprendimento in maniera quasi totalizzante. Apprendere a camminare, a muoverci, a parlare… poi la scuola, tutte le materie, apprendere a socializzare, imparare uno o più sport… a suonare, a dipingere e così via.

Uno sforzo costante, assiduo, un impegno totale. A volte un impegno che lascia sopraffatti e stremati: un carico eccessivo per il sistema nervoso in certe fasi della vita.

Poi da adulti possiamo permetterci di fermarci un istante, ma non per tanto. Anche se la nostra vita non è più costantemente assoggettata ai risultati scolastici, se vogliamo trarre nuove soddisfazioni e gratificazioni e sempre da lì che bisogna passare: imparare.

Anche da adulti imparare una nuova lingua, o perfezionarla, ci può portare molto più avanti nel lavoro e non solo, imparare nuove abilità professionali o artistiche o di qualsiasi altro tipo può darci soddisfazioni enormi anche dal punto di vista interiore.

Purtroppo però per la maggior parte delle persone la quantità di tempo e di impegno dedicato ad imparare qualcosa non produce i risultati sperati, se non in minima parte. Ed è un peccato perché si potrebbe fare molto meglio con meno sforzo.

Nonostante l’estrema importanza dell’apprendimento nella nostra società sono molto poche le occasioni che abbiamo per imparare ad imparare, per migliorare le nostre capacità base di apprendimento. Sembra un argomento quasi tabù. A parte gli specialisti che lavorano con bambini con specifici problemi di apprendimento, sembra che tutte le interessantissime questioni legate all’apprendimento umano siano lasciate esclusivamente a qualche cerchia nel mondo accademico.

Ma se imparare, insieme alla salute e agli affetti, determina in maniera imprescindibile come stiamo nella vita e fin dove possiamo arrivare, non varrebbe la pena di dedicare un po’ di tempo a sviluppare questa abilità a tutto tondo?

L’apprendimento è un processo che deve essere preso in considerazione da più punti di vista. Alcuni fortunatamente stanno uscendo da alcune pessime e stupide convinzioni che lo hanno caratterizzato negli ultimi secoli.

Idea tragica 1

Per migliorare bisogna dedicare tante ore alla pratica

NON BASTA: ci sono golfisti che dopo 30.000 (trentamila) ore di pratica non hanno migliorato nulla del loro gioco perché non avevano effettuato per tempo la giusta correzione nell’impugnare la mazza da golf, ci sono persone che passano una gran quantità di ore con l’insegnante di inglese e non riescono a imbroccare la pronuncia corretta e non arrivano nemmeno lontanamente a sentirsi davvero sicuri in una conversazione libera.

Idea tragica 2

O ci sei “portato” o non c’è niente da fare, ci vuole il talento.

Sicuramente le predisposizioni individuali aiutano ma chiunque può arrivare a livelli molto, molto più alti di quanto questa convinzione lasci credere. La mancanza di talento dell’allievo è la scusa perfetta per l’insegnante che non sa insegnare.

Ho personalmente visto accadere una serie di esempi impressionanti che sconfessano pienamente le idee di cui sopra.

Ho visto bambini con difficoltà di scrittura diventare molto precisi e fluidi non appena sbloccate le emozioni che stavano dietro a quelle difficoltà, adulti che non sapevano tenere in mano una matita, divertirsi e disegnare bene non appena accostatisi all’approccio giusto, atleti che non miglioravano da anni fare grossi salti in avanti nel loro sport. Così come ho visto il miracolo dell’apprendimento dispiegarsi nel pieno del suo potenziale tutte le volte che la persona e la sua capacità di apprendere è stata veramente rispettata e “presa per il verso giusto”.

Non c’è bisogno di riproporre integralmente il pur ottimo modello scolastico finlandese, così come non è necessario sviluppare tecniche meravigliose come quelle del grandissimo Giordano Bruno.

Bisogna partire dalle basi, da come l’essere umano naturalmente apprende.

Vediamo alcuni principi fondamentali dell’apprendimento

Potenziare le capacità base

Esistono dei fondamentali dell’apprendimento umano come ad esempio attenzione, equilibrio, coordinazione, memorizzazione e queste sono risorse che possono essere recuperate e allenate a prescindere. Ci sono sistemi divertenti e utili per recuperare tutte queste nostre predisposizioni naturali ad apprendere come delle spugne.

Lasciare il superfluo e puntare direttamente all’essenziale

Molti insegnanti si appoggiano anche inconsciamente ad una struttura, un metodo e spesso seguire questo diviene più importante della reale acquisizione di capacità da parte dell’allievo. Ci sono molti esempi non solo nelle materie scolastiche (dove comunque esistono i programmi) ma anche in tutte le discipline artistiche e nello sport.
Ad esempio ore e ore di esercizi ripetitivi e poco utili sono parte della storia di ogni allievo, di ogni disciplina: non sono solo una perdita di tempo ma fanno anche perdere slancio e motivazione sia agli allievi sia agli insegnanti.

Rispettare lo stile individuale

Anche se in quanto esseri umani le basi del nostro imparare sono uguali per tutti, ogni persona è comunque diversa, ognuno ha le sue priorità, il suo vissuto e il suo stile di apprendimento. Se l’insegnante sa riconoscere e rispettare lo stile dell’allievo, il progresso è molto più rapido e preciso.

Creare il contesto emotivo adeguato

Se un bambino, o anche un adulto, sta vivendo determinate emozioni o sta provando certi sentimenti, l’apprendimento risulta molto, molto più difficile. È un dato di fatto, è stato dimostrato molte volte che lo stress emotivo può rallentare o bloccare completamente l’apprendimento.

Capire il perché

Ne “Il crepuscolo degli Dei” Nietzsche sostiene che “Se si ha un forte perché si può gestire qualsiasi come”.
Far comprendere il complesso di motivazioni che sostiene il processo di apprendimento, far chiarezza sulle pulsioni e le spinte individuali dell’allievo e afferrare l’importanza strutturale di ogni passaggio in un sistema o metodo ha un valore che va decisamente oltre l’apprendimento della singola materia in questione, tocca temi profondi del nostro essere, aiuta a riflettere sulle nostre dinamiche e ci fornisce anche interessanti spunti metodologici, perfettamente applicabili in altri campi.

Ci sono alcuni altri principi importanti ma intanto basterebbe partire da questi, integrarli anche solo in parte nelle nostre avventure quotidiane può fare un’enorme differenza, può farci ritornare la gioia di imparare che avevamo prima che diventasse un obbligo. Possiamo tornare al fantastico stupore del bambino.

Concedersi di imparare perché tutti hanno diritto di parlare una o più lingue straniere in maniera godibile, tutti hanno il diritto di fare il loro sport preferito al livello che vogliono, e tutti hanno diritto di accostarsi a qualsiasi materia non con timore ma con curiosità.


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