In uno dei corsi di Movimento Arcaico che tengo a Milano, un mio allievo, con un sorriso radioso, esordì dicendo: ”Sono stato promosso!!!”
Poi, dopo qualche secondo, aggiunge: “Anche grazie a te, all’esercizio che ci hai fatto fare la volta scorsa!”
Allora mi sono ricordato che mi aveva parlato di un suo problema a scuola con un particolare esame che, se non avesse passato, gli sarebbe costata la promozione: sarebbe stato rimandato a settembre, con la conseguente estate rovinata!
Pur essendo preparato, in sede d’esame entrava in blocco per l’ansia e tutto ciò che aveva studiato e sapeva all’improvviso spariva! Gli avevo chiesto se ripetendo la lezione a casa e con gli amici avesse lo stesso “black out” e mi aveva confermato che invece in quelle situazioni non c’erano problemi.
Allora, osservandolo mentre descriveva le due situazioni e notando quale fosse il suo atteggiamento psicofisico e motorio, in entrambi i casi (quello di blocco e quello di risorsa), gli ho fatto fare un’esperienza motoria per rimettere un moto il congelamento del pensiero che si verificava immancabilmente ad ogni verifica in classe. Cinque minuti di pratica e siamo passati ad altro.
Qualche giorno dopo, si è presentato all’esame, si è seduto al suo banco e … indovina un po’? Blocco totale, lavagna mentale bianca…panico!
Ed è a quel punto che si è ricordato di quello che avevamo fatto assieme e ha deciso di rifarlo in quel momento. Immediatamente tutto è ripartito: l’ansia si è placata e il pensiero si è scongelato, le informazioni hanno ricominciato a tornare ed è riuscito a superare l’esame con successo!
Se ti stai chiedendo come è possibile, il segreto è che “il pensiero è un atto motorio” .
La prima volta che ho sentito questa affermazione anni fa, durante un corso di Movimento Arcaico, sono rimasto un po’ interdetto. Infatti, pur conoscendo il principio della connessione mente-corpo, non immaginavo che il pensiero, che ritenevo per sua natura astratto, fosse così strettamente e indissolubilmente legato al movimento, e non solo al corpo e alla sua fisiologia.
Ci siamo biologicamente e neurologicamente evoluti in modo da muoverci nella vita come ci muoviamo col corpo, e di conseguenza come ci muoviamo ha un riflesso e un impatto immediati (senza mediazione) su cosa e come pensiamo. In un certo modo, sono la stessa cosa. Il nostro sistema neurologico, il nostro cervello e le nostre facoltà intellettive, si sono sviluppati e strutturati contemporaneamente e grazie al nostro sviluppo motorio. Ciò significa che risvegliando e riappropriandoci delle nostre abilità motorie innate e archetipiche, possiamo al tempo stesso avere accesso alle nostre risorse e potenzialità mentali, cognitive ed emotive. In definitiva, più il tuo movimento è arcaico, cioè naturale, libero e potente, migliore sarà il tuo pensiero e quindi la qualità della tua vita.
Ok, adesso sarai curioso di sapere cosa abbiamo fatto e perché si è rivelato così potente. Continuando a leggere scoprirai perché il pensiero è un atto motorio e qual è “l’esercizio”, o meglio l’esperienza motoria che può aiutare anche te, in pochi minuti, a sperimentarlo.
Esercizio
Come abbiamo accennato in precedenza, pensiamo, apprendiamo e proviamo emozioni non solo col cervello, ma con tutto il corpo. Pensieri ed emozioni sono atti motori.
Se osserviamo i popoli “arcaici”, possiamo notare che le persone, anche quando non sono impegnate in qualche attività quotidiana o motoria, e sono apparentemente ferme a riflettere o a conversare con qualcuno, in realtà sono sempre in movimento. Anche se a volte sembra impercettibile, li anima una continua oscillazione ritmica, una pulsazione che mantiene in movimento il loro sistema vitale, coinvolgendo tutti i livelli. Fisico e biologico, emotivo e mentale. E questo modo di pensare, non solo risulta essere più fluido, creativo, integrato e sistemico, ma è anche proprio di esseri umani liberi e indipendenti (nel pensiero, nelle decisioni e nell’azione), e al tempo stesso capaci di integrarsi socialmente in modo collaborativo e pacifico, in quanto privi di quelle rigidità e sclerotizzazioni della mente e del pensiero che oggi sono molto così diffusi … e così dannosi.
Non si può fare a meno di notare che, se si vuole condizionare una persona a non pensare con la propria testa ma entro binari predefiniti, e in sostanza a diventare uno robot schiavo del sistema, ubbidiente e manipolabile, basta tenerlo fermo per anni mentre lo indottrini. Mmmmh … sembra quasi una tortura! Ah no, mi sbagliavo…si chiama scuola! Quindi tutto ok….
Sarà un caso che la maggior parte delle persone geniali affermino di pensare meglio, e di avere le loro migliori intuizioni e soluzioni, quando svolgono un’attività motoria (ognuno di loro ha la sua preferita)?
Non so se lo hai mai notato (in te o negli altri), ma di solito quando ci soffermiamo a riflettere su qualcosa che per noi costituisce un problema o un blocco, è proprio questo che facciamo: ci “fermiamo” e ci “blocchiamo”, letteralmente, col corpo (congeliamo i nostri movimenti) e, di conseguenza, con la mente.
Prova a ricordare l’ultima volta che una situazione, una notizia, l’urgenza di una decisione da prendere, ti hanno preso in contropiede o sotto stress . Molto probabilmente ti sei temporaneamente “congelato” sul posto, col fiato sospeso o corto, lo sguardo fisso; e così hanno fatto anche i tuoi pensieri che hanno cominciato a fissarsi su quell’evento imprevisto. O, peggio ancora, le tue emozioni hanno preso il sopravvento e hai cominciato a muoverti sì, ma a scatti e in modo nevrotico, in preda ad un sequestro emozionale che, ancora una volta, ti offuscava la mente e, allo stesso modo del “congelamento”, non ti lasciava libero di pensare fluidamente e lucidamente.
E la chiave sta proprio in questo: fluidità. Continuare a lasciar fluire i pensieri lasciando fluire il corpo, il respiro e i movimenti.
Vediamo ora praticamente come puoi imparare a farlo.
Siediti su una superficie rigida (per terra o su una sedia col pianale non troppo morbido), in modo da sentire le ossa inferiori dell’anca (cioè le ossa iliache, e non l’osso sacro) che appoggiano completamente sul piano (sono quelle due estremità ossee che senti premere sui glutei quando ti siedi 😉 )
Una volta trovata una posizione eretta e stabile, comincia a muoverti sugli ischi, lentamente e dolcemente, con piccoli movimenti fluidi, morbidi e sinuosi, in tutte le direzioni e senza uscire dall’asse del tuo baricentro. Si tratta di oscillare e basculare, ricercando il piacere nel muoverti, e lasciando rilassate gola e mandibola e libera la respirazione. Può aiutarti immaginare che la tua colonna vertebrale sia un serpente che si muove dolcemente e sinuosamente, oppure una di quelle alghe che crescono dal fondale verso l’alto e si muovono al ritmo delle onde come fuscelli accarezzati da una leggera brezza.
Dopo un po’ comincerai a notare che tutto riprende a fluire, e se ti concentri nuovamente sui pensieri e le emozioni su cui ti eri bloccato e fissato prima, potrai accorgerti che qualcosa è cambiato e li vedrai in una nuova prospettiva.
Puoi divertirti a “ballare sugli ischi” tutte le volte che vuoi … e che ti ricordi, anche mentre lavori o sei seduto davanti al monitor, e osservare i pensieri che “fluiscono” nella tua mente … e tu con loro.
Buona “riflessione” e buon divertimento!