I danni della costrizione e come superarli

di Massimo Mondini

Vuoi fare arrabbiare un animale o un bambino, vuoi mandarlo in frustrazione, generargli una serie di sensazioni molto sgradevoli ed emozioni ingestibili? Bloccalo.

Bloccare il movimento di un essere vivente, arrestarne la libertà di spostamento, immobilizzarlo è la via più sicura per creare ansia, per alterare il suo equilibrio. Immobilizzare un essere vivente esteriormente lo blocca anche interiormente, limita il suo accesso alle risorse interiori e, dopo che esaurirà i tentativi di liberarsi, lo può portare in uno stato di rinuncia, cedimento, e passività.

L’effetto della immobilizzazione forzata è noto da sempre ed è un sistema punitivo e coercitivo che ha fatto storia e continua a fare storia.
Ma cosa succede se la gabbia è interiorizzata?

“Non fare questo, non fare quello!”

A meno che non abbiamo avuto genitori, nonni ed educatori illuminati, una percentuale importante della nostra educazione è stata di tipo inibitorio. Cosa vuol dire?
Che non c’era bisogno della gabbia o della camicia di forza ma le parole ripetute entravano dentro di noi e bloccavano la libertà dell’espressione del movimento naturale, e lo facevano già da molto tempo prima dei banchi di scuola.

Poi crescendo, chi più chi meno, ci riprendiamo in parte la nostra libertà motoria, grazie magari allo sport, alla danza, al sesso, sicuramente abbracciando la vita in generale. Ma difficilmente si tratta di un recupero pieno.

Oggi può essere che non ci sentiamo perfettamente agili e mobili. Le restrizioni e le chiusure imposte da vari decreti possono aver generato uno stress che ha agito proprio a questo livello.
Il danno si verifica su due fronti.

Uno più visibile a livello muscoloscheletrico: sai muovere le tue articolazioni (ogni parte del corpo) in maniera isolata e indipendente al pieno della loro escursione, senza dolore?

Il secondo a livello di sistema nervoso. In molte persone ho visto diminuire la libertà motoria perché si è assopita l’intelligenza motoria, la vivacità del gesto. Il movimento si blocca o si sporca all’origine non perché c’è un limite articolare ma perché siamo meno sicuri, efficaci ed efficienti di prima.

Tutto ciò limita le nostre opzioni. E chi pratica Movimento Arcaico, così come chi pratica altre discipline psicofisiche, sa con certezza che questo ci può togliere libertà anche su altri piani.

Che fare?

Se abbiamo voglia di fare un passaggio preciso verso nel recupero della nostra agilità e libertà motoria e non solo, allora c’è il corso di agosto “Autonomi si nasce, (in)dipendenti si diventa”.
In questo corso vedremo come sviluppare il senso di libertà del movimento corporeo che ci apre la mente a nuove possibilità… in un attimo :- )


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