"La fotografia mi appassionava, uscivo spesso a fotografare in strada; adesso non trovo la minima soddisfazione, le poche volte che esco non “vedo” niente di interessante. Il lockdown mi ha chiuso dentro. Adesso la morte di mio padre e l’uscita di casa di mio figlio stanno mettendo in crisi il mio mondo. Non riesco nemmeno a riprendere l’attività motoria che ho conosciuto grazie a te."
Questa è solo una delle tante e sentite testimonianze che ho ricevuto in risposta a un mio recente sondaggio, alcune delle quali mi hanno particolarmente colpito. In questo articolo voglio rispondere alla questione fondamentale “come si può migliorare?” dandoti alcuni principi pratici che puoi iniziare ad applicare subito.
Leggendo le vostre risposte ho notato con quanta attenzione e precisione molti di noi abbiano rilevato delle forme di declino nei nostri genitori o nonni. Ecco un’altra testimonianza che credo rappresenti bene le situazioni di molti di noi e di tante famiglie italiane:
“mia suocera 82 anni persona sempre stata molto attiva si occupava del giardino, sempre pronta a fare da mangiare, pasta fatta in casa, sughi fatti in casa, marmellate… dopo il lockdown ha iniziato a occuparsi molto meno del giardino ma soprattutto ha iniziato a non avere la stessa attenzione nella cura delle piante …anche col cibo ha commesso alcune disattenzioni che sono costate vari vasetti di pomodoro, vasetti di marmellata che sono andati a male ...cosa che negli anni scorsi non era mai successa”
Mi fa piacere però vedere che c’è molta consapevolezza del fatto che mantenersi attivi in età avanzata fa una differenza enorme:
“ho avuto familiari che ho visto perdere vitalità, mio padre verso i 70 anni e mia madre verso i 90 non tanto per via dell’età ma a causa di problemi di salute che hanno minato la possibilità di muoversi in autonomia. abitavano in una zona agricola, fuori città, perciò han continuato a fare lavori in campagna e accudire a animali da bassa corte e cani e gatti anche se piccoli lavori, li tenevano impegnati e rilassati e han continuato finché le condizioni di salute lo han consentito, e la vitalità e lucidità è rimasta ottima.”
Mantenere attività di questo tipo è sicuramente un toccasana, ma anche per chi non ha particolari hobby o abitudini che lo tengano attivo, è possibile stimolare la mente e il corpo in modo anche più diretto, più sistematico e… più divertente!
“Non si smette di giocare perché si invecchia, ma si invecchia perché si smette di giocare”
OLIVER WENDELL HOLMES JR
A prima vista, questa citazione è una banale carineria di quelle che vediamo condivise sui social insieme ai video buffi degli animali e gli auguri di compleanno. In realtà rivela uno dei principi più importanti per mantenere salute e lucidità mentale fino al tuo ultimo giorno su questa terra.
In base ai miei studi e alla mia esperienza professionale degli ultimi 20 anni, posso affermare che tra le tante metodiche anti-invecchiamento che ho visto proporre negli anni il gioco libero sia tra le più potenti.
Credo che il motivo sia da individuare nel suo potente effetto neurotrofico: il gioco, infatti, favorisce fortemente la secrezione di sostanze che promuovono la creazione di nuove strutture neurali nel cervello. Questo è ciò che permette il rapido sviluppo delle facoltà psicofisiche nei cuccioli dei mammiferi (compresi quelli umani), e può anche arrestarne o rallentarne il declino nella seconda parte della vita.
Questo è ormai accertato e ben noto a livello scientifico.
Ciò nonostante, il gioco non è tenuto nella giusta considerazione nella nostra società. Anzi…
La scuola e le varie strutture di aggregazione ti propongono giochi e divertimenti - se va bene - fino ai 10-11 anni, poi devi crescere. Sì, puoi ancora dedicare del tempo libero al gioco (tempo libero che diventa sempre meno), ma - nella stragrande maggioranza dei casi - si tratta di giochi basati su regole che prevedono vincitori e vinti.
Niente a che vedere con il libero “giocare” dei bambini o con le modalità di gioco archetipiche.
C’è chi tutto questo lo ha capito e lo sta già divulgando: tra le fonti più note vi è il celebre libro di Norman Doidge “Le guarigioni del cervello” che ha avuto un notevole successo anche in Italia.
Doidge insiste sul fatto che il movimento - e soprattutto gli aspetti esplorativi e giocosi del movimento - siano fondamentali per il cervello degli anziani. Non solo essi possono mantenere tali gli anziani già sani e autosufficienti, ma possono anche aiutare il potenziale recupero di tutti quelli che, purtroppo, hanno problemi di salute che pregiudicano seriamente le capacità fisiche, come ad esempio il Parkinson.
Un’altra fonte altrettanto godibile è il simpatico Stephen Jepson, che gira il mondo spiegando alle persone e alle organizzazioni quanto sia importante inventarsi nuovi giochi di abilità essere creativi e costruirsi una vita piena di gioco, dopo i settant’anni:
Jepson è un esempio estremo di “virtuoso” del gioco, ma in realtà, per vedere effetti significati basta anche molto meno.
“Mia madre ha 74 anni e una volta in pensione ha diminuito molto il movimento, dopo molti sforzi e spinte siamo riusciti a convincerla ad andare almeno in piscina. è rinata, felice, giocosa, fisicamente attiva ma, durante e dopo il lockdown le cose sono peggiorate, reumatismi, pseudo artriti, ed ora va avanti ad antibiotici e cortisone. Vorrei tanto sapere se ci fosse un modo di aiutarla a migliorare.”
Ringrazio chi ha voluto condividere questo passaggio fondamentale, perché sintetizza ed esemplifica in modo perfetto le dinamiche di cui sicuramente molti di voi hanno fatto esperienza: la madre va in pensione, riduce il movimento e peggiora sensibilmente, poi va in piscina e vive una rinascita; quando smette di andare in piscina peggiora rapidamente, al punto di doversi sostenere con assunzione regolare di farmaci chimici.
Per rispondere alla tua domanda, un modo per aiutarla a migliorare c’è eccome, e non richiede tecniche particolarmente sofisticate.
In molti, infatti, mi hanno scritto che i genitori dopo una certa età sono poco propensi a sperimentare discipline alternative e quindi non riescono a portarli a provare, ad esempio, un corso di yoga e nemmeno a fare Movimento Arcaico.
La buona notizia è che non devi portarli ad un corso di Movimento Arcaico, né avere attrezzature speciali di alcun tipo (come una piscina). Anzi, non c’è bisogno di convincerli nemmeno ad uscire di casa!
Ci sono diverse strategie efficaci per aiutare a “ringiovanire” anche gli anziani che si oppongono a qualsiasi novità, sia perché hanno già le loro attività e le loro convinzioni radicate, sia per quelli che ormai sembrano aver rinunciato ad ogni forma di attività.
Una delle strategie che ha più successo è la seguente, ti suggerisco di provarla appena puoi:
- 1trova oggetti e attività che risultano familiari e associati a dei bei ricordi; ad esempio, per molti anziani potrebbero essere carte da gioco
- 2proponi dei giochi di abilità semplici e divertenti con gli oggetti scelti; ad esempio, se usi le carte da gioco puoi trovare sul web dozzine di giochi di memorizzazione, o di intuizione o anche di logica
- 3una volta che hanno capito di poter giocare in modo piacevole e coinvolgente, si passa al livello motorio, facendogli fare giochi di coordinazione, equilibrio o orientamento (le carte funzionano molto bene anche a questo livello)
- 4aumenta gradualmente l’aspetto motorio dei giochi, trovandone di nuovi che necessitino ad esempio di alzarsi in piedi, se prima non lo facevano
- 5dopo circa un mese (e a volte molto prima) saranno pronti per passare a giochi con strumenti diversi, sempre utilizzando oggetti familiari come palline antistress o pagine di giornale
dopo circa un mese (e a volte molto prima) saranno pronti per passare a giochi con strumenti diversi, sempre utilizzando oggetti familiari come palline antistress o pagine di giornale
Le chiavi sono:
Come vedi, con il gioco basta poco per ottenere potenzialmente moltissimo!