Anna vuole perdere peso. Si presenta come una bella signora, curata nell’aspetto, attenta alla sua alimentazione. Riconosce in prima persona che il suo problema riguarda il mangiare fuori pasto. Sa che non è vera fame ma probabilmente qualcosa di differente che non riesce a identificare con chiarezza.
Iniziamo a sperimentare
Dopo una chiacchierata le propongo di fare esperienza di alcuni movimenti; nello specifico concentrandomi sul gesto della spinta, uno dei gesti archetipici praticati nel Movimento Arcaico, e sui movimenti della pianta del piede. Iniziamo a giocare con una sedia da ufficio con le rotelle, le chiedo di spingerla indietro quando io gliela lancio. In un primo momento non riesce a farlo: la ferma quando entra in suo possesso.
Nell’arco della mezzoretta di sperimentazione sente le difficoltà e affiorano alla mente ricordi specifici di esperienze passate similari. Mi dice che le dispiace rimandarmela indietro. E’ strano visto che sono io a chiederlo ma si accorge che ha paura di farmi male, le sembra poco educato rifiutare l’aiuto anche quando in realtà non lo vuole.
Trasformiamo un pensiero in opportunità
Rifiutare quell’aiuto potrà essere utile a qualcun altro che ne ha bisogno e che sarebbe felice di riceverlo e la persona che lo offre sarà più soddisfatta di poterlo fornire a chi realmente lo desidera. Tre persone felici contro una frustrata e due non pervenute. Dopo un po’ di pratica, comunque, spinge la sedia con fermezza e decisione.
I compiti a casa 🙂
Ci salutiamo con dei compiti precisi:
- ascoltare le sensazioni del corpo quando arriva la voglia di mangiucchiare fuori pasto
- cercare il bisogno profondo che quella voglia tenta di nascondere
- prendere un quadernino e scrivere tutto ciò che riesce ad osservare in relazione a quanto sopra.
Dopo due settimane
I primi 4 kg sono stati persi. La cosa più significativa è che non ci sono stati episodi di spuntini compensatori. La voglia di mangiare è arrivata ma è stata ascoltata e accolta, non è stata proibita. Quella voglia chiedeva qualcosa di molto preciso, chiedeva di dire no a chi era stato detto precedentemente sì. Fare l’esperienza della sedia e ritrovare la possibilità di spingere lontano qualcosa che non faceva per lei le ha concesso di richiudere l’anta del frigo e andare a dire quel NO.
Sentire nel corpo le proprie possibilità permette di mettere in atto comportamenti nuovi che prima sembravano difficili. La nostra consapevolezza passa sempre dalle nostre azioni. Concedersi di fare pratica di nuove azioni motorie permette di mettere in atto nuovi comportamenti nella propria vita, perché il corpo, quando sperimenta che siamo capaci di qualcosa di nuovo, lo applica in ogni aspetto del nostro essere.
Sara Massone, nutrizionista, biologa molecolare, esperta di psiconeuroendocrinoimmunologia e di Movimento Arcaico.
E qual è il tuo rapporto con il cibo? Ti è mai capitato di mangiucchiare fuori pasto?
Raccontaci le tue esperienze, non lo diremo a nessuno. 😉