Riacquistare fiducia

di Massimo Mondini

Gustav (sua mamma è scandinava) è un giovane uomo paffuto, molto paffuto, e mi dice di odiare il movimento, esordisce proprio così “Guarda, io odio il movimento

Lo osservo meglio: dai suoi movimenti per me è chiaro che non è sempre stato grasso, non è il ragazzo che a scuola era il ciccione del gruppo.

Infatti poi parlando emergerà che è diventato grasso dopo, quando non è riuscito nello sport, quando ha abbandonato l’atletica, deludendo così la famiglia e sé stesso.

Gli chiedo come mai vuol partecipare al corso di Movimento Arcaico e mi dice che vuole migliorare il rapporto col proprio corpo.

La sua frase non mi soddisfa per niente, infatti Gustav non solo esprime un concetto molto vago ma non ha nemmeno un tono molto convinto. Vorrei rispondergli secco “Non è vero” ma chi sono io per non accettare la sua risposta? Preferisco un più morbido “Sì perfetto, è un ottima cosa ma mi sembra che ci sia anche dell’altro…”

Dopo un po’ di chiacchiere informali mi confessa che il suo vero obiettivo è perdere peso, vuole tornare ad essere il ragazzo massiccio e forzuto, ma non grasso, che era da adolescente.

“Sono passati 15 anni, NON sei più quel ragazzo” mi passa per la mente… chissà perché ci fissiamo nella mente momenti della nostra vita pensando che possano tornare, quando tutta la saggezza del mondo ruota attorno al “Tutto scorre, tutto muta”.

Ma invece che fare l’Eraclito dei poveri preferisco portare il discorso sul quello che per me è il punto cardine di questa come di tantissime altre conversazioni su questo tema: dimagrire o perdere peso sono obiettivi che possono essere veramente fuorvianti per la maggior parte delle persone… infatti quasi tutti, da chi ha un sovrappeso leggero a chi ne ha uno più marcato, spendono una gran quantità di tempo ed energie inutilmente per perseguire il loro obiettivo e la forma ideale diventa sempre più appunto un ideale con nessun riscontro nella realtà.

Il mondo industrializzato è pieno di persone che vogliono dimagrire o “tonificarsi” che fanno alcuni errori di base tra i quali il peggiore è non armonizzare le convinzioni e le emozioni che abbiamo su noi stessi sulla nostra apparenza e sul cibo.

Il secondo grave errore è informarsi in maniera disorganizzata o acritica, cioè leggere una gran quantità di articoli, libri, ecc. su tutte le teorie sul dimagrimento, su tutti i metodi, dalle diete all’ipnosi, senza strutturare adeguatamente le conoscenze che si acquisiscono. Le informazioni non sono mai un elemento neutro nel nostro cervello… un insieme di informazioni non organizzate serve solo a frapporre dei muri di caos e incoerenza tra noi e il risultato che vogliamo.

In realtà poi dimagrire è facile, ci sono mille modi: dai migliori (farsi seguire da un nutrizionista illuminato e da uno specialista in fisiologia dell’esercizio fisico) ai peggiori (seguire diete a caso, prendersi un virus intestinale).

Ma torniamo a Gustav…

“Se ti senti parliamo d’altro, se ti va dimmi cosa veramente vuoi”

“Beh quand’ero NON grasso NON odiavo il movimento, anzi amavo tutto ciò che era muoversi… andare a ballare con gli amici, provare nuovi sport, aiutare mio padre con la manutenzione della barca, fare l’orto, tornare da scuola in bici in inverno….”

Prosegue con una sfilza di attività, gli occhi gli si illuminano sempre di più, ma poi torna al presente e si fa prendere da uno sconforto totale, dallo spettro di non essere più così da anni, dal fatto che ormai è diventato un’altra persona, un’altra cosa.

La mia proposta è semplice: “Gustav facciamo un patto, io ti passo il numero di un nutrizionista di altissimo livello che ti aggiusta l’alimentazione senza metterti a dieta, così accontentiamo la parte di te che vuole dimagrire e soprattutto la parte di te che crede che per dimagrire devi cambiare l’alimentazione però iniziamo a dare spazio anche al desiderio profondo che è emerso ora, al ragazzo agile e potente che vuole tornar fuori, alla persona che vuole sentirsi a suo agio in ogni movimento, con gli altri e con se stesso, alla parte che vuole sentirsi agile e forte. Che ne dici?”

Da un lato vedo quasi brillargli gli occhi, come se si accendessero degli impulsi frenati da troppo tempo, ma dall’altro lato la sua espressione sembra comunicarmi la paura di non farcela, la paura che, dopo tante sconfitte, sia già compromesso. Decide comunque di darsi una possibilità.

Gustav inizia il corso base di Movimento Arcaico e il primo giorno, già dai primi gesti, si vede che non ci mette intenzione, li fa al minimo, e poi ovviamente mi dice che su di lui non producono effetti.

È quasi compiaciuto nel vedere che gli altri hanno sensazioni forti, o momenti di illuminazione e su di lui invece “non funziona”, non solo non sente il flusso e la gioia del movimento ma non si diverte nemmeno un po’.

Nel Movimento Arcaico non si forza mai nessuno a fare niente, nemmeno si cerca di motivarlo con trucchetti psicologici, l’unica cosa che possiamo fare per una persona è aprirgli una finestra d’opportunità. L’opportunità unica e meravigliosa di riconoscere e ricontattare alcune delle proprie risorse profonde, dimenticate o quasi, ricontattare alcuni dei propri archetipi, e di lasciare poi che questi agiscano.

Propongo un gesto che non si può proprio fare a metà e che non si può simulare in nessun modo: introduco un gioco basato sul salto, un gioco che ovviamente Gustav può decidere di fare o non fare, specifico chiaramente che è anche libero di impegnarsi poco. Anzi spiego che è proprio un gioco dove per divertirsi, e perché sia efficace, bisogna proprio impegnarsi poco, farlo in maniera scanzonata e irriverente, come un bambino che salta in una pozzanghera per far sì che gli schizzi di fango ti vadano a macchiare i pantaloni nuovi.

Sul suo volto avviene tutto in pochi secondi, prima l’idea di saltare lo terrorizza perché teme di sentire il proprio sovrappeso e soprattutto la propria non “atleticità”, poi il fatto di fare un gioco in cui chi si impegna meno vince lo attira, ma poi si ricompone immediatamente, tornando svogliato e refrattario, pronto a dimostrare a me e soprattutto a sé stesso che, su di lui, anche questo, non funzionerà.

Ma non è una battaglia che si svolge sul piano psicologico, anzi non è proprio una battaglia, non occorre allearsi col positivo o col negativo, non serve motivare le truppe, ci si libera dalla schiavitù del bastone e della carota, quello che succede, come dico spesso, è come immergersi in un fiume: quanta forza ci vuole per farsi trasportare dalla corrente? Ben poca.

Così il gioco inizia e Gustav salta… all’inizio il gesto è legnoso e rigido ma lo fa, sta al gioco.

BAM! L’archetipo del salto arriva e nel giro di trenta secondi tutti lo vedono trasformarsi, la testa non è più incassata tra le spalle, la faccia non è più svogliata, non è più un trentenne che vuole tornare quindicenne, è un adulto che sta prendendo finalmente coscienza delle sue risorse.

Poi emerge la potenza, la forza dimenticata di qualche anno prima… i muscoli si svegliano e si ricordano di quanta forza avevano.

Inizia a respirare.

Ora non sto a raccontare di tutti gli altri bellissimi passaggi che hanno costellato il suo recupero degli Archetipi, ma quando poi qualche mese dopo, alla fine del percorso gli ho chiesto come si vedeva rispetto all’inizio, Gustav mi ha detto una cosa inaspettata:

“La forza di quello che è successo per me è semplicemente incredibile, cioè sul serio faccio proprio fatica a crederlo… a parte che mi si è aperto un mondo, ma di questo ne parliamo un’altra volta, è successa una cosa incredibile ho riacquistato fiducia. Mi sono reso conto che quando ho mollato lo sport mi è crollato tutto addosso non perché me ne importasse così tanto, in realtà mi interessava veramente poco essere un atleta, ma perché avevo perso completamente la fiducia nei miei mezzi e soprattutto ho perso la fiducia di mio padre, anche se non me lo ha mai detto.

Ora ho riacquistato fiducia… sento la mia forza, sento che le posso dare una direzione”.

“Bene quindi cosa puoi fare?”

Posso affrontare le cose che la vita mi mette di fronte, posso finalmente fare dei miei progetti credendoci”

Quest’ultima frase me la dice con un po’ di commozione e un po’ di incredulità, come se si chiedesse se è veramente lui a dire queste cose… se ciò non stride col personaggio che si è creato negli ultimi anni. Ma personaggio o non personaggio, il Movimento si è attivato ed ora è inesorabile.


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