Nella nostra società purtroppo sono sempre di più le persone affrante e dominate dalla fatica.
Non sto riferendomi solo a chi è affetto da sindrome da stanchezza cronica o da fatica cronica, oppure a chi abusa di sostanze stimolanti, o alle tante persone che hanno qualche infiammazione o uno scompenso metabolico o qualsiasi altra patologia silente che toglie energie e vitalità.
In realtà esiste una larghissima fascia di popolazione, che più o meno gradualmente è arrivata ad uno stato in cui l'affaticamento non è un'eccezione ma parte della quotidianità.
La fatica, implicita nello stile di vita moderno, è causata dall'accumulo di una serie di condizioni purtroppo molto diffuse come ad esempio piccoli problemi di sonno, ritmi e modi alimentari non perfetti, attività fisica inadeguata e soprattutto una quantità ed una varietà di impegni incalzanti e snervanti.
Tutti sanno che gli effetti di questo tipo di vita fanno ammalare e che comunque, anche per chi non si ammala, si abbassa di tanto la possibilità di godersi la vita, purtroppo però sembrano mancare le risposte realmente efficaci, non tutti possono permettersi di prendersi qualche giorno di relax quando sono stanchi, non sempre gli integratori bastano e sembra che non possiamo aspettarci nemmeno una tregua dall'ambiente, infatti, da come sta andando il mondo (economia, sanità, clima ecc.), sembra anche che i momenti di grande stress continuino a susseguirsi senza posa.
A tutto ciò si aggiunge un altro fattore, una caratteristica della fatica dei giorni nostri che la rende più pericolosa e più difficile da debellare: la fatica attuale è un nemico subdolo, non sempre si mostra pienamente, a volte siamo molto affaticati e non ce ne rendiamo conto così come altre volte invece ci sembra di sentirci abbastanza energici ma poi basta una fatica minima per abbatterci.
Vediamo quali sono gli strumenti più importanti per far fronte a tutto questo.
Un passaggio importante, in certi casi il primo passaggio da fare, è capire che la percezione della fatica, per quanto sgradevole, non è un nemico ma un importante segnale di cosa ci sta accadendo a livello fisico e psicologico, ed è quindi importantissimo imparare a riconoscere i vari tipi di segnali che l'organismo ci manda, saperli interpretare correttamente e agire di conseguenza.
Infatti certi tipi di stanchezza richiedono di cambiare ritmo di lavoro, altri ci indicano che è meglio fermarci, altri ancora che bisogna passare da un'attività ad un'altra. Ognuno di questi segnali ci avvisa che stiamo entrando in uno stato di fatica quindi non è assolutamente un nemico anzi, come il dolore, ci aiuta ad evitare grossi danni, in certi casi irrimediabili, al nostro organismo.
Il secondo principio fondamentale è che alla fatica ci si può preparare ed è meglio prepararsi adeguatamente.
Pensa a ciò che fa un atleta di qualsiasi sport: per forza di cose gran parte del suo tempo è dedicato a sviluppare l'abitudine alla fatica, a migliorare la capacità di gestione delle energie, ad apprendere come utilizzarle al meglio e come recuperare più velocemente possibile. Tra l'altro questo è il significato letterale di “Allenamento”.

In ogni disciplina agonistica possiamo vedere esigenze molto diverse di gestione della fatica: la resistenza che ci vuole per aumentare il tempo di mantenimento di una croce agli anelli è molto diversa dalla resistenza che occorre per mantenersi freschi, aggressivi e lucidi durante un incontro di tennis, così come è molto diversa ancora la resistenza del podista o quella del calciatore. E infatti gli atleti si sottopongono ad allenamenti molto rigorosi e precisi.

La maggior parte di noi però non ha come principale esigenza quella di gestire la fatica di una finale di coppa ma affrontiamo sforzi molto diversi, per i quali sembra non esistere una preparazione specifica.
Ho amici che tutte le mattine si devono alzare molto presto per andare a lavorare anche quando ogni singola fibra del loro essere reclama per un'ora di sonno in più e al suono della sveglia gli si rivolta contro e gli amplifica tutti gli acciacchi.
Ho amici che sul lavoro non possono prendersi pause ed altri che quando finiscono la giornata di lavoro devono iniziare ad affrontare impegni ancor più gravosi come ad esempio la gestione di gravi problematiche familiari.
Come sopravvivere? Come prepararsi al meglio a tutto questo?
Purtroppo non possiamo prenderci una settimana di vacanza al mese, purtroppo non tutti abbiamo il vano per le duracell.

Tutti vogliamo saper essere svegli e lucidi anche quando non abbiamo alle spalle una buona notte di sonno, vogliamo aver l'energia sufficiente per mantenere i nervi saldi tutto il giorno e non sclerare di fronte alle varie situazioni irritanti che la giornata ci può presentare (prevedibili o meno), vogliamo aver la resistenza per poter arrivare a sera dopo una giornata di lavoro, commissioni, relazioni, attività fisica, senza essere o sentirci esausti ma possibilmente con abbastanza energia per poterci dedicare alla famiglia e a noi stessi con l'atteggiamento giusto.
Chi ci prepara per tutto questo? Come ci possiamo allenare? Qual è il regime perfetto di abitudine alla fatica della vita quotidiana?
Se fossimo ancora nel paleolitico oppure se vivessimo ad esempio tre gli Huaorani la risposta sarebbe semplice “la vita stessa” infatti le attività e i ritmi su cui normalmente si compongono le giornate di un cacciatore delle foreste forniscono all'organismo tutti gli stimoli necessari per creare il giusto adattamento. Correre un paio d'ore nella foresta con variazioni di velocità, arrampicarsi su qualche albero, portare la canoa, è la preparazione perfetta per fare proprio queste attività e inoltre farle col ritmo giusto aiuta anche a preservare il patrimonio energetico per poi potersi dedicare ad altro la sera. Quindi spendono energie sì ma si ricaricano anche adeguatamente. Infatti dopo un breve sonno notturno si svegliano perfettamente riposati e pronti per la giornata.

Purtroppo nel mondo industriale e post-industriale la situazione è molto diversa.
Le nostre attività lavorative quotidiane, come ad esempio controllare dei dati su un pc o sviluppare idee e strategie aziendali o ancora aggiustare un meccanismo di precisione o visitare un paziente o piastrellare una cucina o relazionarci tutto il giorno con clienti o fornitori, bruciano tantissima energia ma non la stimolano, non ci allenano.
Quindi nel nostro caso: la vita non ci allena alla vita.
Gradualmente, col tempo, ci abituiamo a queste attività, impariamo a farle spendendo meno energia ma comunque la stanchezza sicuramente c'è e ci logora.
Allora che fare? Come ci alleniamo veramente per avere tutta l'energia necessaria alla vita?
Il presupposto generale è che qualsiasi forma di attività fisica ben condotta, produce buoni effetti ma in molti casi non basta. Le varie forme di meditazione tradizionali aiutano tantissimo e in certi casi possono veramente far la differenza ma in molti altri casi non sono sufficienti.
Le metodiche orientali, come ad esempio le varie forme di Yoga o il QiGong, se praticate con un ottimo maestro, sono un aiuto enorme perché agiscono su vari sistemi del nostro organismo in maniera integrata ed agiscono potenzialmente su tutti i livelli di adattamento energetico e di gestione della fatica. Purtroppo, però, in molto casi la vita moderna rende difficile una pratica realmente integrale, anche solo per il fatto che richiedono molto tempo.

Ci vuole un piano mirato!
Innanzitutto bisogna capire come rilassarsi profondamente e come sganciare l'origine della tensione nervosa.
Poi è necessario allenare i sistemi energetici che utilizziamo durante la giornata.
E per concludere un piano di riequilibrio ritmico tra attività e riposo.
Sul rilassamento ci sono moltissime teorie ed esistono una quantità di esercizi e metodi: per imparare a gestire la fatica non basta un rilassamento efficace bisogna recuperare l'abilità naturale di agire rilassati ogniqualvolta sia possibile e per questo ci sono dei metodi specifici, molto efficaci, e dei principi di azione da sempre utilizzati dai maestri nelle culture antiche.
Per recuperare e migliorare la funzionalità dei sistemi energetici non basta fare un po' di fitness generico o un solo sistema di allenamento ma è necessario un piano di pochi esercizi precisi ben bilanciati e ben integrati tra loro.

Il piano di riequilibrio tra attività e riposo è quello più difficile da attuare da soli, è meglio che ci sia qualcuno di esperto che ti dica cosa fare.
In linea di massima si tratta di abituare il tuo sistema nervoso ad attivarsi con prontezza per fornirti lucidità ed energia quando è necessario e a entrare in modalità svago/riposo, non appena è cessata l'incombenza. In realtà sarebbe facile e naturale ma spesso dobbiamo liberarci di abitudini ben radicate, per questo un aiuto può essere risolutivo.
Poi c'è l'elemento, che in certi casi si rivela essere il più importante di tutti, che è la preparazione mentale ed emotiva ma ne parliamo in uno dei prossimi articoli.
Intanto se hai domande su quanto visto ora scrivi pure a info@movimentoarcaico.it .