Il tuo mal di schiena può essere causato dalla postura?

di Marco Malatesta

Avrai sentito dire tante volte che la cattiva postura causa mal di schiena, o che per far passare il mal di schiena bisogna innanzi tutto lavorare con una buona postura.
Non farò qui riferimento a situazioni di anomalie strutturali muscolo-scheletriche (come nel caso delle gravi scoliosi infantili che necessitano di un busto); parlerò di postura come sinonimo di atteggiamento posturale.

Internet è pieno di affermazioni del tipo:

“Per eliminare il dolore è necessario lavorare sulla postura eseguendo un’attenta valutazione ed adeguati esercizi per un buon re-allineamento / ri-equilibrio”.

Se ne riempono la bocca fisioterapisti, medici, personal trainer.
E visto che il mondo è pieno di professionisti aggiusta-postura, e che al tempo stesso nessuno di noi ha una postura perfetta, da libro di anatomia, è molto probabile che almeno una volta nella vita qualcuno ti abbia guardato e ti abbia detto che la tua postura non va bene ed è da correggere.

Ad esempio, se rispetto ai valori di riferimento hai una cifosi dorsale più ampia (ipercifosi), magari ti è stato detto che hai la “upper cross syndrome”, una diagnosi ora molto di moda, caratterizzata da spalle ruotate in avanti, torace incavato e testa anteposta. Le correzioni che si fanno di solito consistono nell’allungare i muscoli del torace e rinforzare la muscolatura posteriore la cui azione contribuisce ad avvicinare le scapole e quindi “aprire il torace”.

Altro esempio: se rispetto ai valori di riferimento hai una curva lombare più ampia (iperlordosi), si dice che hai la “lower cross syndrome”, caratterizzata da una inclinazione in avanti del bacino e da una protrusione dei visceri in avanti che fanno apparire una “pancetta” indipendentemente dall’accumulo di grasso in eccesso. Per rimediare a questo difetto, molti terapeuti sostengono che bisogna allungare i muscoli flessori dell’anca, rinforzare la muscolatura glutea e stare attenti a tenere la propria pancia in dentro durante tutta la giornata.

Un’altra idea molto diffusa è che l’asimmetria causi dolore. Ad esempio, un terapeuta può provare a identificare e correggere una rotazione o un’inclinazione del bacino per timore che esse contribuiscano alla rotazione o all’inclinazione del rachide.
Oppure vede che un arto inferiore ha una lunghezza differente rispetto all’altro e pensa a rimediare a questa asimmetria per evitare che questa contribuisca ad inclinare il bacino da un lato.

Questi approcci vanno d’accordo con l’intuito, e sono peraltro sostenuti da una grande quantità di professionisti, ma concretamente, che dire dei reali risultati terapeutici che partono da questi presupposti? Ha senso davvero correggere la propria postura per avvicinarla più possibile a quella ideale?

Rispondono a queste domande varie prove scientifiche, i cui contenuti sono in netto contrasto con quello che si trova in molti libri e articoli. Infatti dalla maggior parte degli studi risulta che non si possa fare una correlazione fra entità o presenza del dolore e misura del discostamento dalla postura ideale.

Prove scientifiche sulle correlazioni fra postura e mal di schiena

In studi trasversali, i ricercatori hanno reclutato alcune persone e le anno divise in due gruppi: quelle con mal di schiena e quelle senza. Sono state eseguiti esami per immagini per osservare disallineamenti a livello pelvico o spinale, differenza di lunghezza degli arti inferiori, inclinazione o rotazione del bacino, ampiezza della curva lombare, dorsale, cervicale. Dopo queste misurazioni, i ricercatori hanno confrontato la differenza fra la postura delle persone appartenenti al primo gruppo con quella delle persone appartenenti al secondo gruppo.
In uno studio prospettico, i ricercatori hanno analizzato la postura di un gruppo di persone senza mal di schiena, e poi hanno determinato in quali casi i soggetti con una certa postura hanno maggiori o minori probabilità di avere mal di schiena in futuro.

Anche se i risultati di questi studi non sono chiarissimi, appare certamente rilevante come la maggior parte di essi contraddicono l’affermazione secondo cui una cattiva postura causa mal di schiena. È stato infatti rilevato che:

  • Non c’è nessuna correlazione fra dismetria degli arti inferiori e mal di schiena [1]
  • Non è stata rilevata alcuna differenza significativa fra lordosi lombare o dismetria degli arti inferiori fra il gruppo di persone con mal di schiena e il gruppo di persone sane [2]
  • Non è stata rilevata alcuna correlazione fra cervicalgia e ampiezza della curva cervicale [3]
  • Non è stata rilevata una significativa differenza fra le persone con e senza mal di schiena quanto a ampiezza della lordosi lombare, tilt pelvico, dismetria degli arti inferiori, lunghezza dei muscoli addominali, ischiocrurali, ileopsoas (misurazioni eseguite su 600 persone) [4]
  • Gli adolescenti con asimmetrie posturali, eccessiva cifosi toracica e/o iperlordosi lombare non avevano una maggiore probabilità di avere mal di schiena in età adulta rispetto ai coetanei che avevano una postura “migliore” [5]
  • Le donne che durante la gravidanza avevano un maggiore aumento della lordosi lombare non avevano una maggiore probabilità di avere mal di schiena [6]
  • Le persone il cui mestiere prevedeva posture scomode non erano a rischio maggiore di mal di schiena [7]

Il numero degli studi che hanno rilevato una correlazione fra misure dell’allineamento del rachide e dolore [8, 9] è minore.

A dimostrare la rilevanza delle prove elencate è stata una rassegna del 2008 che ha analizzato più di 50 studi sulla correlazione fra postura e dolore [10]. Anche se per la maggior parte erano di scarsa qualità, tutti questi studi messi insieme non avevano prodotto alcuna prova del fatto che dalle misure sul piano sagittale del rachide si possa dedurre una maggiore o minore esposizione al mal di schiena.

Da quanto risulta da questa rassegna, la correlazione fra mal di schiena e dolore, se c’è, è alquanto debole. Questo è un dato importante, tenuto conto che molti studi hanno rivelato altri fattori correlati col mal di schiena, come l’esercizio fisico, la soddisfazione nel lavoro, la scolarità, lo stress e il tabagismo [11].

Ammesso che esista una correlazione fra postura e dolore di schiena, questa non autorizza a formulare con sicurezza un nesso di causalità: può darsi che sia il dolore a influenzare la postura anziché viceversa. Come era facile aspettarsi, un gruppo di persone a cui era stata iniettata una soluzione che provocava mal di schiena, hanno variato la loro postura per tutta la durata del sintomo [12].
Inoltre, anche ammettendo che una cattiva postura causi mal di schiena, da questo non si evincerebbe automaticamente che la postura possa essere corretta, né che una correzione della postura induce un miglioramento del mal di schiena.

Perché la correlazione fra mal di schiena e postura è assente o trascurabile?

I risultati degli studi su descritti sono sorprendenti e contro-intuitivi. Perché dolore e postura non sono collegati? Ci sono almeno tre motivi che appaiono plausibili:

  • I tessuti si adattano allo stress a cui vengono sottoposti nel tempo.
    La teoria secondo cui una cattiva postura causa dolore dà per scontato che la cattiva postura crea un ripetuto stress meccanico in certe aree, e che queste pressioni causino delle micro-lesioni che si accumulano nel tempo. Senza però tenere conto del fatto che i tessuti nel tempo sviluppano un adattamento ai piccoli stress meccanici ripetuti.
  • Danneggiamento di un tessuto non significa necessariamente dolore. Ci sono molti studi [13] sulla prevalenza di vari tipi di danneggiamento tissutale in persone che non hanno dolore. Questi studi rivelano in maniera eclatante che la maggior parte di persone (25-50%) che non hanno dolore in un dato distretto corporeo presentano comunque un danneggiamento in quel distretto (bulging discale senza mal di schiena, lesione della cuffia dei rotatori senza dolore alla spalla, lesioni meniscali senza dolore al ginocchio). Di fatto, qualunque regione corporea si analizzi con una risonanza magnetica in una persona sopra i 30 anni, ci sarà una grande probabilità di rilevare stati patologici, anche se il dolore è assente. Questo perché il dolore è un fenomeno complesso, e il danneggiamento di un tessuto è solo uno degli elementi che vi contribuiscono [14].
  • Le persone sono molto diverse fra loro. Ogni essere umano ha la sua struttura. Osservando gli scheletri umani si possono notare grandi differenze nella forma delle ossa, come ad esempio nell’orientamento delle facce articolari. Inoltre l’asimmetria è la regola, non un’eccezione. La dimensione e la forma delle ossa in qualche misura determinerà i modi più comodi di stare in piedi, di stare seduti e di muoversi; ciò che è disfunzionale per un individuo può essere funzionale per un altro. Per questo non c’è motivo di porsi come obiettivo primario modificare la postura di ogni persona per farla avvicinare ad un’ipotetica forma ideale.

Cosa fare, dunque?

Aver scoperto che nella maggior parte degli individui non c’è una significativa correlazione fra postura e dolore non vuol dire che la postura non sia importante. Lo è, sia durante l’esercizio fisico sia durante il riposo.

I tre consigli che mi sento di dare in proposito sono i seguenti:

  1. Assicurati un buon allineamento durante le attività che prevedono uno sforzo di grande intensità o ripetuto. In questi casi gli stress tissutali dovuti a un allineamento posturale non funzionale sono moltiplicati, e con essi si moltiplica il rischio di dolore.
    Queste situazioni hanno poco a che fare con i momenti in cui si è semplicemente in piedi fermi o si sta camminando, o si è seduti, e cioè quando le articolazioni ricevono stress sostenibili fino al momento in cui viene voglia di muoversi per sgranchirsi, o fermarsi, o cambiare postura sulla sedia, etc.
    Alcuni esempi di situazioni in cui è importante avere una buona postura (magari grazie al consiglio di un professionista) sono quindi il sollevamento o altro spostamento di un oggetto o persona pesante, l’atterraggio dopo un salto, la corsa veloce.
  2. Cura il modo in cui ti muovi. I tuoi schemi motori, e cioè le sequenze di attivazione muscolare che il tuo sistema nervoso usa per spostarti e relazionarti col mondo esterno, contano sicuramente di più rispetto all’allineamento che le tue ossa presentano quando sei fermo o quasi fermo. Quindi ad esempio è buona cosa che il tuo torace non sia infossato e che il dorso non sia curvo in avanti mentre sei seduto alla scrivania, ma ancora più importante è che il tuo torace conservi la capacità di estendersi abbastanza per consentire alle braccia di elevarsi fino a una posizione verticale.
  3. Varia la tua postura. Molte persone necessitano di stare per ore sedute o in piedi con la stessa postura. Se questo provoca stress o dolore, il problema può essere risolto non forzandosi a mantenere per tutto il tempo la “postura perfetta”, ma attuando frequentemente una piccola variazione di postura, che cambierà la distribuzione del carico sgravando le articolazioni e i muscoli più stressati e interessando maggiormente le articolazioni e i muscoli che fino a quel momento hanno sopportato uno stress minore. A ciò è bene aggiungere il movimento (es. una piccola camminata) appena possibile e naturalmente, in generale, evitare del tutto le posture che danno dolore o fastidio, anche piccolo, ponendo attenzione fin dall’inizio alle sensazioni corporee.

Concludendo,

PIÙ CHE AD AVERE UNA BUONA POSTURA, PONI ATTENZIONE A FARE BUON MOVIMENTO

Non preoccuparti di “stare dritto” per avvicinarti a una postura ideale, il che ha poco a che fare col mal di schiena. Piuttosto, assicurati di essere comodo, muoviti molto e fai esercizi per migliorare e mantenere una buona motricità; l’allineamento come “da manuale” serve soprattutto quando sollevi un peso o durante altre attività motorie impegnative.

Quindi è inutile osservare la postura?

Assolutamente no. La postura è uno dei grandi segnali che rivelano il profilo psicologico della persona.
Inducendo il paziente a recuperare i movimenti prototipici da cui si è allontanato, ad esempio praticando Movimento Arcaico, si ottiene sempre un cambiamento sulla gestione delle emozioni e delle relazioni. Questo ha conseguenze sul modo di muoversi (es. camminare) e anche sull’atteggiamento posturale.

Sono quindi più propenso a considerare la postura non come un parametro da correggere direttamente, ma come uno degli elementi “spia” che mi aiuta a decidere il lavoro psicomotorio su cui orientarmi per un aumento generale della qualità di vita da un punto di vista globale.

Tornando all’aspetto strettamente fisico, posso dire che i risultati delle ricerche su riportati confermano quanto avevo intuito fin dall’inizio della mia attività lavorativa; sono stato portato a pensare in questo modo soprattutto perché tutte le tecniche sulla correzione della postura che mi erano state presentate si incentravano sul lavoro di allungamento della muscolatura e della fascia, mentre l’atteggiamento posturale dipende in grandissima parte da uno schema neurologico.

Non mi stupisce dunque che nei miei pazienti il miglioramento del dolore è un risultato che ho ottenuto senza mai lavorare direttamente sull’allineamento posturale. La nuova postura, ma soprattutto la maggiore libertà di movimento osservabili successivamente alla terapia manuale, alla kinesiterapia e al Movimento Arcaico sono sempre state delle piacevoli conseguenze secondarie.

Questo articolo attinge al lavoro di ricerca e divulgazione di Todd Hargrove (www.rolfingseattlesite.com).

Bibliografia

  1. Grundy, Roberts (1984) Does unequal leg length cause back pain? A case-control study. Lancet. 1984 Aug 4;2(8397):256-8. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6146810
  2. Pope, Bevins (1985) The relationship between anthropometric, postural, muscular, and mobility characteristics of males ages 18-55. Spine (Phila Pa 1976). 1985 Sep;10(7):644-8. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/4071274
  3. Grob, Frauenfelder et al. (2007), The association between cervical spine curvature and neck pain. Eur Spine J. 2007 May; 16(5): 669–678. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2213543/
  4. Nourbakhsh, et al. (2002) Relationship between mechanical factors and incidence of low back pain. J Orthop Sports Phys Ther. 2002 Sep;32(9):447-60. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12322811
  5. Dieck, et al. (1985) An epidemiologic study of the relationship between postural asymmetry in the teen years and subsequent back and neck pain. Spine (Phila Pa 1976). 1985 Dec;10(10):872-7. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2938272
  6. Franklin, et al. (1988) An analysis of posture and back pain in the first and third trimesters of pregnancy. J Orthop Sports Phys Ther. 1998 Sep;28(3):133-8. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9742469
  7. Lederman (2010) The fall of the postural–structural–biomechanical model in manual and physical therapies: Exemplified by lower back pain. CPDO Online Journal (2010), March, p1-14. http://www.cpdo.net/Lederman_The_fall_of_the_postural-structural-biomechanical_model.pdf
  8. Chaleat-Valleyed, et al. (2011) Sagittal spino-pelvic alignment in chronic low back pain. Eur Spine J. 2011 Sep;20 Suppl 5:634-40. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21870097;
  9. Smith, O-Sullivan, et al. (2008) Classification of sagittal thoraco-lumbo-pelvic alignment of the adolescent spine in standing and its relationship to low back pain. Spine (Phila Pa 1976). 2008 Sep 1;33(19):2101-7. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18758367.
  10. Christensen, et al. (2008) Spinal curves and health: a systematic critical review of the epidemiological literature dealing with associations between sagittal spinal curves and health. J Manipulative Physiol Ther. 2008 Nov-Dec;31(9):690-714. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19028253
  11. Papageorgeoui, et al. (1997) Psychosocial factors in the workplace–do they predict new episodes of low back pain? Evidence from the South Manchester Back Pain Study. Spine (Phila Pa 1976). 1997 May 15;22(10):1137-42. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9160473
  12. Hodges, Moseley (2003) Experimental muscle pain changes feedforward postural responses of the trunk muscles. Exp Brain Res (2003) 151:262–271 http://cdns.bodyinmind.org/wp-content/uploads/Hodges-et-al-2003-Exp-Brain-Res-experimental-lbp.pdf
  13. http://www.bettermovement.org/2012/the-trouble-with-mris-and-my-brother/
  14. Melzack, Katz (2012) Pain. Wiley Interdisciplinary Reviews: Cognitive Science Volume 4, Issue 1, pages 1–15, January/February 2013. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/wcs.1201/full

  • Questo articolo va letto con attenzione altrimenti si corre il rischio di trarre conclusioni frettolose. Comunque interessante

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